Rosh Hashanah, la festività ebraica della rinascita
Ci avviciniamo all’anno 5784 del calendario ebraico: dalla sera del 15 al 17 settembre si celebrerà Rosh Hashanah, il capo dell’anno che ricorda la creazione del mondo nel primo giorno di Tishri, il mese che avvia il ciclo annuale. Il Capodanno ebraico è un giorno di rinnovamento, rinascita ed espiazione e, come tutte le antiche festività ebraiche, si celebra con riti tradizionali e sempre rinnovata partecipazione. Prepariamo dunque gli shofar e scegliamo quello di cui vogliamo liberarci per essere pronti ad accogliere il nuovo anno.
Il Capodanno ebraico: le origini di Rosh Hashanah
Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico civile, è un giorno speciale e con diversi livelli di lettura, tanto che la tradizione e la letteratura lo definiscono in vari modi: “il giorno del suono dello shofar”, “il giorno del giudizio” o ancora “il giorno del ricordo”. In antichità il Capodanno ebraico segnava anche l’inizio del calendario agricolo: con l’autunno si apriva il ciclo dei campi da cui dipendeva la vita. La festività ebraica veniva annunciata dal suono dello shofar, si sospendevano i lavori ed erano offerti speciali sacrifici. Nei dieci giorni che separano Rosh Hashanah da Yom Kippur, i cosiddetti 10 giorni penitenziali, i fedeli si preparano all’esame finale in cui si deciderà la concessione del perdono per le trasgressioni compiute e riconosciute. In questi dieci giorni, si ha la possibilità di chiedere scusa a chi si è mancato di rispetto o a chi sia stato ferito da azioni improprie: un’occasione di redenzione e rinascita.
Riti e simboli di Rosh Hashanah
Come ogni festività ebraica con radici antiche, Rosh Hashanah è accompagnata da riti e tradizioni che la contraddistinguono. I fedeli si avvicinano a questo giorno recitando le preghiere penitenziali: una preparazione quotidiana che accompagna fino alla data della festività vera e propria. Con il Tashlikh ci si libera di oggetti residuali e peccati riconosciuti, anche simbolicamente sotto forma di sassi o pietre: il lancio in uno specchio d’acqua rappresenta la separazione e la liberazione dagli errori commessi. Ad annunciare il Capodanno ebraico è quindi lo shofar, il corno di montone che con il suo suono risveglia il popolo ebraico e gli ricorda di prepararsi a Yom Kippur. Fin dall’antichità, la festività si celebra anche a tavola nelle due notti di ricorrenza, con gli alimenti simbolici del Seder di Rosh Hashanah: la recitazione delle preghiere viene accompagnata dai dolci tipici, come la mela intinta nel miele, e da cibi che evocano molteplicità e prosperità, come il melograno.